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I miei scritti




CRISI NERA? C’È CHI CE LA FARÀ, COME I COCCODRILLI, E CHI NO | torna all'inizio
Lettera aperta agli Imprenditori

Egregio Imprenditore,
la storia ci racconta che l’Umanità ha affrontato crisi e cataclismi di ogni genere, sovente costretta a raccogliere le ceneri di sé stessa. Ma dalle ceneri siamo sempre rinati, rinnovati nello spirito e più forti di prima come l’Araba Fenice insegna. Quindi ce la faremo tutti? No, spiace dirlo ma non tutti ce la faremo. Ce la farà chi saprà adattarsi al cambiamento, quale legge di madre natura. Milioni di specie si sono estinte nel corso della storia della Terra perché non hanno saputo adattarsi ai cambiamenti (climatici, catastrofi naturali, pestilenze, ecc). Ma talune specie ce l’hanno fatta, ci sono riuscite, come i coccodrilli che esistono da circa 90 milioni di anni. Tante altre specie, però, non ce l’hanno fatta. Come i dinosauri.
Andrà così anche per questa crisi. C’è chi ce la farà e chi no.
L’importante è essere consapevoli che da questa crisi ne usciremo. È altamente probabile che la recessione che stiamo vivendo a causa del Covid-19, si risolverà nel 2022 grazie al vaccino oppure perché il virus si estinguerà da solo, come è già successo per molti Corona virus. Ma torneremo alla normalità e quando ci torneremo, la ripresa sarà forte anzi fortissima. Perché dopo questo periodo buio e oscuro, dalle forti tinte medievali, l’umanità vorrà tornare a vivere intensamente e più appassionatamente di prima. È la natura umana, è quella natura che ci ha portato ad arrivare al vertice degli esseri viventi, è quella  natura che ci farà vivere un vero e proprio Rinascimento. E il nostro Paese sa benissimo cosa significhi Rinascimento perché ne siamo stati, primi al mondo, autori e artefici.
Questo momento possiamo quindi  viverlo in due modi. Arroccandoci sulle nostre posizioni sperando di riuscire a sopravvivere oppure guardare avanti per essere pronti, prontissimi alla ripresa e alla ricrescita che arriverà forte, fortissima. Oggi è quindi il momento di rilanciare, giocare d’anticipo, investire per non farsi cogliere impreparati da un mercato che farà registrare un boom di domanda senza precedenti. Di fatto possiamo adesso effettuare investimenti più che vantaggiosi grazie a un forte calo dei prezzi generalizzato (macchinari, impianti, attrezzature, prodotti manifatturieri, materie prime, ecc) unitamente ai cospicui Contributi e Incentivi emanati dall’Unione Europea a favore delle Imprese che intendono realizzare investimenti. Ma come tutte le cose della vita vale il “Carpe Diem”, cogli l’attimo.
Ecco, cogli l’attimo. Di certo c’è chi è impossibilitato a coglierlo per assoluta mancanza di risorse e allora dovrà, gioco forza, reinventarsi così come c’è chi ha le risorse ma preferisce rimanere arroccato sperando di  sopravvivere. Vincerà invece chi, questo attimo, lo coglierà appieno raccogliendo poi frutti e profitti oltre ogni più rosea aspettativa.

       Anselmo Petraroli


CEO
Genia Business S.r.l.




COVID-19. PERCHÉ IL NOSTRO POPOLO HA PERSO IL SENSO DELLA VITA | torna all'inizio

Non ho mai avuto paura della morte perché non posso avere paura dell’inevitabile. Mi preoccupo solo di lasciare memoria del mio pensiero ai miei cari. Ho sempre amato la vita perché non ho mai avuto paura della vita. Ho sempre amato la Natura perché non ho mai avuto paura della Natura. È la Natura la madre di tutto, come potrei mai averne paura? Ci dà la vita, ce la toglie. È la sua legge. E io non ho paura delle sue Leggi, mi fido della Natura. La Natura non ci ha dato la vita perché noi uomini la sottomettessimo alle nostre Leggi ma perché noi ci adattassimo al meglio alle sue Leggi. È stato così che siamo riusciti ad adattarci alla natura molto meglio di ogni altra specie vivente e siamo arrivati, nel corso di milioni di anni, in cima. Arrivati in cima, però, abbiamo cominciato lentamente, inesorabilmente a maturare quel senso di onnipotenza per cui oggi bramiamo sottomettere la Natura alle nostre Leggi senza aver capito che ciò è  fatale. Perché più un Popolo sarà bramoso di ciò, prima si estinguerà. Perché la Natura non fa sconti. Perché la Natura può assecondarci nei nostri sforzi tutti protesi a vivere e sopravvivere ma non perdona se si supera il confine che la Natura stessa ha definito.

Taluni popoli hanno perso il senso della vita.

La Natura ci fa nascere, ci fa crescere, ci fa diventare uomini, ci fa vivere. Siamo l’energia che ci ha dato, a chi di più e a chi di meno, energia che può diventare straordinaria quando cresciamo in un ambiente ricco di stimoli positivi. Per molti anni portiamo con noi questa energia illudendoci di non perderla mai. Poi la Natura comincia però, piano piano e ineluttabilmente, a toglierci questa energia. La nostra schiena si curva, perdiamo il nostro passo fermo, diventiamo incerti e ciò che i nostri occhi vedono sembra ogni giorno sempre più appannato perché troppo lontano o troppo vicino. I batteri e i virus cominciano ad aver la meglio su di noi e ci ammaliamo con sempre più cagionevole resistenza. Giorno dopo giorno il nostro corpo non è più quello di prima. Cambia, ci delude, abdica come fosse chiamato dalla forza di gravità della madre Terra che ci dice: vieni qui, ti aspetto, è l’ora, hai finito il tuo tempo.

Noi però abbiamo imparato a non ascoltare questo richiamo. Ci rifiutiamo. È la nostra bramosia di sottomettere la Natura. Ai primi richiami diciamo alla Terra “Aspetta un po’, non sono pronto adesso”  e corriamo a lenire il dolore e a prenderci cura di noi. Ai successivi rispondiamo ”Aspetta, aspetta, arrivo più tardi” e ancora corriamo a lenire il dolore e a prenderci cura di noi. Agli ultimi richiami rispondiamo “Scusami arrivo tardi, molto tardi anzi il più tardi possibile” e ricorriamo nuovamente a lenire i nostri dolori e a riprenderci cura di noi ancor più con spasmodica ostinazione se possibile.

Aspetta un po’, non sono pronto adesso” è giusto. Perché la Natura è giusto che aspetti, deve avere pazienza, ci siamo guadagnati una vita più lunga grazie agli sforzi sovrumani che abbiamo fatto per sopravvivere in questi milioni di anni.

Aspetta, aspetta, arrivo più tardi” è anche giusto. Perché dopo i tanti sacrifici che abbiamo fatto negli ultimi millenni per migliorare la nostra vita, la Natura è giusto faccia almeno uno sforzo in più e ci assecondi con rinnovata pazienza.

Scusami arrivo tardi, molto tardi anzi il più tardi possibile” non è giusto. Perché la Natura, in questo caso, non perdona. Abbiamo superato il confine che essa stessa ha definito. Perché la Natura ci ha creato per VIVERE in coscienza e NON SOPRAVVIVERE semi incoscienti in un corpo logorato dagli anni, con la mente corrosa, costretto in un letto a ingoiare pillole, invaso da flebo e ossigeno.

Il nostro Popolo, ormai da decenni, ha imparato a gridare alla Natura “Scusami arrivo tardi, molto tardi anzi il più tardi possibile”. E lo gridiamo anche se a stento riconosciamo i nostri figli e noi stessi,  anche se la nostra voce è poco più di un flebile lamento, anche se non siamo più assolutamente in grado di produrre il frutto tra i più belli della vita: quello di insegnarla, grazie alla nostra esperienza e conoscenza, ai nostri cari e a chi ci vuole ascoltare.

Il nostro Popolo è sempre più  curvo, incerto, appannato. È vecchio. Ed è sempre più aggrappato a un camice bianco, a una fleboclisi, a un letto bianco dal quale si alza sempre meno spesso.

Il nostro Popolo ha imparato ad avere un profondo rispetto per chi ricorda la sua gioventù come se l’avesse vissuta ieri. Ma nel rispettarlo così profondamente, è andato oltre. Troppo oltre. E il troppo non esiste in Natura perché esiste sempre un limite, un confine. Anche l’Universo ha i suoi confini.

Il nostro Popolo non fa figli perché non c’è spazio per i nostri figli, non c’è spazio per i nostri giovani. Quello spazio è adesso occupato dagli anziani. Il nostro Popolo lo sa, lo ha capito da anni, e lo accetta. Sono infatti importanti le Pensioni, è importante una Sanità in gran parte impegnata per le persone anziane, una Sanità protesa a mantenere in vita, costi quel che costi, colui che ha un passato ma non un futuro. Queste sono le cose davvero importanti per il nostro Paese, come il Politico di turno ama ripetere. Lo ripete talmente tante volte che il Popolo ha finito col credergli. Perché la nostra coperta è sempre stata corta anzi cortissima, e il politico di turno ha sempre deciso di tirarla da una parte perché la cosa che più gli interessa sono i 14 milioni di elettori over 65 anni. E poco importa dei pochi asili-nido, di scuole fatiscenti, di Università senza risorse, di strutture sportive insufficienti, di stage fantasma, di giovani ricercatori che vanno all’estero, di fondi ridicoli per le Start-Up e per le Imprese che creano nuovi posti di lavoro per i giovani. Queste cose possono passare in secondo piano. Il nostro popolo se ne è fatta una ragione. E non fa figli.

Il nostro Popolo ascolta il Politico che dice “Proteggiamo i nostri nonni” dal Covid-19 e lo applaude. È giusto così, ha ragione. Così come lo applaudono tutte le nostre TV e i giornali. Poco importa se per salvare i nostri nonni fermiamo il Paese, rischiamo una crisi economica senza precedenti e mettiamo a repentaglio i nostri stessi posti di lavoro, le nostre famiglie, i nostri figli, il nostro futuro. Poco importa, la priorità è salvare i nonni. E applaudiamo.

Il nostro Popolo ascolta che è pandemia mondiale del virus, lo dice l’OMS, lo dice la voce più autorevole del mondo in materia di sanità. Allora applaude ancor di più il nostro politico insieme a TV e giornali. Poi guarda gli altri Paesi e gli Americani, e non riesce a spiegarsi perché tutti i politici stranieri non prendano a esempio le rigide misure adottate dal nostro politico così applaudito. Proprio non se lo spiega. Taluni Paesi chiudono le scuole, le università, gli stadi, danno suggerimenti sul come lavarsi le mani, sulla distanza e l’eventuale mascherina. Ma nella sostanza nulla di più, nulla di più di quanto il nostro popolo non abbia già visto anni addietro in occasione di altri virus contagiosi. Il nostro Popolo non riesce a spiegarsi come mai il numero dei decessi registrati in altri Paesi è nettamente più basso molto più basso, in percentuale, in rapporto alla popolazione. E quando sente il Leader straniero parlare di coraggio e che il suo popolo affronterà il virus senza timore, non lo capisce. Non può capirlo perché il virus gli fa paura, troppo paura, ne ha terrore. E quando sente il Premier inglese che dice “Sarò onesto con voi, molte famiglie perderanno i loro cari anziani” il nostro Popolo inorridisce. Non capisce, non può capire il perché taluni Paesi sembra non si preoccupino poi così tanto di questo virus, dei loro nonni, di chi è oltremodo cagionevole, di chi è già molto malato; e si chiede il perché non li difendano dal Covid-19 come ha fatto il nostro applaudito politico: con draconiano spirito e fermezza, con misure drastiche, con zone rosse, con il veto di uscire da casa e il blocco totale dell’economia.

Tutto ciò mentre la Natura osserva, osserva e lascia fare. Perché sa che il destino di un Popolo è già segnato se questo non rispetta le Leggi da essa dettate. Quelle Leggi che un popolo dovrebbe sempre ricordare, mai dimenticare. E tra queste Leggi, tra le più importanti, vi è quella del ruolo che la Natura ci ha assegnato ad ogni età, anche il ruolo di congedarci dalla vita quando l’età è giunta. Sovvertire tale Legge dando priorità alla terza (e quarta) età rispetto alle altre, è fatale. Significa l’estinzione. E il nostro Popolo sta da tempo sovvertendo questa Legge con lucida e pervicace ossessione.

       Anselmo Petraroli




PERCHÉ SONO AL MONDO | torna all'inizio

Sono qui per cercare di rendere migliore questo mondo partendo dal mio mondo. E il mio mondo è chi lavora con me, le persone che mi sono vicino, i miei famigliari e i miei amici, i miei conoscenti, i clienti, i fornitori e tutti coloro i quali ho l’opportunità di conoscere anche solo per un’ora. Questo è il mio mondo

Così, ogni giorno, cerco di aiutare coloro che vogliono migliorarsi o riscattarsi. Premio il merito, lodo i proattivi e chi, in difficoltà, si affanna con onestà e lealtà a ricercare - anche con mille sacrifici - una vita migliore per sé stesso e per gli altri che fanno parte del suo mondo. Questi sono i meritevoli. Al meritevole sono capace di dare il meglio di me stesso dedicandogli, appena posso, il tempo e le energie che merita.

Così come ogni giorno lotto per emarginare il parassita, l’inetto, il furbo o lo schiavo della propria mediocrità; ed è mio nemico giurato anche il bugiardo, il falso, lo sleale, il vile o il subdolo invidioso così come il superbo saccente. E inviso mi è l’avido tanto quanto lo spilorcio così come chi guarda solo al proprio tornaconto personale. Perché questi meschini, tutti, succhiano risorse ed energia agli altri danneggiandoli. Essi sono i detrattori del gruppo a cui appartengono e, più in generale, dell’umanità; per questo li emargino senza farmi troppi scrupoli e, se necessario, con puro cinismo; la vita è troppo breve per dedicare loro, invano, tempo ed energia vitale. Tempo ed energia che vanno invece impiegati per i meritevoli. Perché per aiutare e cercare di riscattare un meschino, si impiega l’energia equivalente ad aiutare e riscattare 10 meritevoli in difficoltà: per il bene del mondo e del mio mondo, è bene dedicarsi solo ai meritevoli abbandonando il meschino al suo destino.

Oggi tutto lo scibile umano è in Internet, basta un click e navigare nei siti giusti: basta poco per acquisire una conoscenza senza confini. Per cui l’ignorante non ha più alibi alcuno.

Disprezzo gli stupidi, capaci come sono di danneggiare sé stessi e gli altri. Trovo insopportabile l’incolto che presume di sapere. Mal tollero le persone che non si applicano con tenacia e che mollano alle prime difficoltà. Disdegno chi, per giustificare la propria esistenza, richiama continuamente l’attenzione su di sé. Detesto gli ipocondriaci, detesto le persone che si piangono addosso, detesto chi non si fida degli altri a prescindere, detesto chi ha una visione pessimista della vita senza reagire, detesto chi mistifica e manipola le verità quotidiane e quelle storiche, detesto chi crede ai complotti e detesto chi si rifugia nell’alcol o nelle droghe. Sono invece fautore della legge che impera in natura: la selezione naturale del migliore ove - per ciò che riguarda la specie umana - il migliore non è colui che necessariamente primeggia ma colui che, con fiducia e ottimismo, si impegna al massimo facendo del bene a sé stesso e agli altri.

Ammiro le persone di successo. E per successo non intendo l’impostura della popolarità. Le persone di successo sono quelle che amano il proprio lavoro svolgendolo con dedizione e passione, che hanno raggiunto una condizione economica tale da renderli ogni giorno liberi di scegliere la propria vita e che amano e rispettano le persone che fanno parte del loro mondo e da esse sono amate e rispettate.

Aiuto chiunque oppure lotto contro chiunque, senza fare mai distinzione alcuna di sangue, di pelle o di ceto sociale. Posso aiutare lo sconosciuto meritevole, posso abbandonare al suo destino il sangue del mio sangue, se necessario. E ciò per il bene di tutti i miei simili. Perché questo mondo migliorerà solo se smetteremo di privilegiare l’inettitudine o la mediocrità di chi non lo merita, fossero anche i nostri stessi figli. Dobbiamo esaltare la meritocrazia, dobbiamo premiare solo i meritevoli, che siano sconosciuti o famigliari o conoscenti non ha importanza alcuna. Perché è il meritevole che rende migliore questo mondo.


Anselmo 2019




CONSIGLI PER LA VITA | torna all'inizio

A.M. un giorno mi disse: "Mi sento sempre felice e sai perchè? Perchè non aspetto niente da nessuno."
Aspettare qualcosa dagli altri fa solo male. I problemi hanno sempre una soluzione, l'unica cosa che non ha rimedio è la morte ed è sbagliato considerarla un problema. Non permettere a nessuno di insultarti, umiliarti o abbassare la tua autostima. Le urla e le offese sono lo strumento dei poveri di spirito e di chi non sa ragionare. Incontreremo sempre persone che ci considereranno colpevoli dei loro guai, ma la verità è che, quasi sempre, ognuno di noi riceve dagli altri ciò che si merita. Bisogna essere forti e sollevarsi dalle cadute che ci riserva la vita perché, dopo un tunnel oscuro e di solitudine, arrivano cose belle se avremo saputo rialzarci. E rialzandoci il male passa al bene. Godi la vita perché è breve, per questo amala, vivila intensamente, sorridi agli altri con fiducia e ricorda:

Prima di discutere...Respira
Prima di parlare...Ascolta
Prima di criticare....Esaminati
Prima di scrivere.... Pensa
Prima di ferire.... Senti
Prima di arrenderti.... Tenta
Prima di morire..... VIVI!!

La relazione migliore non è quella con una persona perfetta, ma quella nella quale ciascun individuo impara a vivere con i difetti dell'altro, ammirando le sue qualitá. Cerca di essere il più possibile sincero e leale perché è quando perdiamo la credibilitá che il mondo ci crolla addosso. Chi non da valore a ciò che ha, un giorno si lamenterà per averlo perso e chi fa del male un giorno riceverà ciò che si merita. Passiamo i giorni a privarci del piacere di dare, credendo che il senso della vita sia prendere, farci dare e prendere, senza pensare che stiamo così costruendo il nostro futuro sulla sabbia. Se vuoi essere felice, rendi felice qualcuno, se desideri ricevere, dona un poco o tanto di te, e circondati e accompagnati di persone positive e sii una di quelle. E ricorda, a volte quando meno te lo aspetti ci sarà chi ti farà vivere esperienze belle e indimenticabili! Non c'è persona che non possa cambiare e migliorarsi, ma potrà farlo solo chi decide, con determinazione, di voler cambiare in meglio la sua vita cominciando ad ascoltare chi può aiutarlo. Mentre se vuoi aiutare per davvero qualcuno non fare lerrore di dargli un pesce al giorno, ma insegnagli a pescare. Non rovinare mai il tuo presente perché è con il presente che costruisci il tuo futuro. Non vergognarti mai dei tuoi errori, tutti sbagliamo, ma quando capisci di aver commesso un errore non devi ripeterlo, perché allora sì che dovrai vergognarti di te.
Se è vero che chiunque faccia uso di droga, leggera o pesante, in modo saltuario o costante, non offrirebbe MAI droga ai suoi figli per il loro bene, allora ti sarà chiaro perché devi prendere subito le distanze da chi ti offre droga, perché è una persona che non vuole il tuo bene.
Non drogarti perché la droga è subdola, ti fa perdere il controllo della tua vita senza che te ne renda conto e quando lo capirai, sarà troppo tardi. Bevi ogni tanto, se ti va, ma evita di ubriacarti perché l'alcol è subdolo quanto la droga e, come la droga, allontanerà da te le persone migliori mentre avvicinerà le peggiori. Abbi sempre cura della tua mente e del tuo corpo in egual misura. Divertiti ma mantieni in ordine la tua vita.
E ricorda che una persona forte, anche con le lacrime negli occhi, si aggiusta per dire con un sorriso Sto Bene". Gli Angeli ci sono e sono tra di noi, Angeli che sono semplicemente essere umani che ne hanno fatto della loro vita una missione. E almeno un Angelo, tra questi, se saprai riconoscerlo e saprai far tesoro di questi suggerimenti, ti proteggerà. Ne sono sicuro.

N.B. Questo testo è stato ispirato, in parte, da considerazioni inviatemi da amici, ed in parte è originale, ossia farina del mio sacco.

Anselmo 2013




LE BUGIE NON HANNO PIU' LE GAMBE CORTE | torna all'inizio

Una volta le bugie avevano le gambe corte, adesso le hanno perse del tutto.
Vita dura anzi durissima per i bugiardi che adesso sono messi alle strette e la loro vita rischia di diventare un inferno. Eh sì, perchè l'avvento della tecnologia e dei nuovi mezzi di comunicazione di massa sta seriamente compromettendo la loro stessa sopravvivenza sociale. Viviamo infatti una nuova era caratterizzata da strumenti di comunicazione sino a pochi anni fa sconosciuti: internet, social network, computer, smartphone, tablet, webcam, microsistemi di registrazione invisibili e comunichiamo per mezzo di sms, email, messaggi vocali, foto, video, post e quant' altro. Per di più una conversazione telefonica non è solo intercettabile dalle autorità competenti, ma può essere oggi facilmente registrata con lo smartphone dallo stesso chiamante o dal ricevente. Di tutto ciò rimane traccia indelebile anche se ci si affanna a cancellare quante più comunicazioni possibili, senza dimenticare che seppure provvediamo a cancellare le comunicazioni per noi scomode sul nostro dispositivo, queste però rimangono in memoria al nostro interlocutore che potrebbe farne all' uopo un uso improprio. E se poi il vostro partner o genitore o amico/amica del cuore è persona tecnologicamente acculturata, buonanotte, correte il rischio di non avere segreti per lui anche se date fuoco al vostro smartphone o tablet o pc! Perché potrebbe aver già provveduto a registrare ed archiviare, in tempo reale con appositi software, tutte le vostre comunicazioni. Ma non solo.
Oggi i social network sono diventati incredibili veicoli di informazioni e minano costantemente la nostra privacy, paradossalmente anche se non ne siamo iscritti. Ad esempio, nonostante io non sia iscritto a Facebook, tempo fa mi è capitato di ricevere una telefonata di un mio amico che mi chiese cosa fossi andato a fare a Brescia; dato che non lo avevo informato della cosa, gli chiesi come lui sapesse che ero stato lì e mi informò che un nostro amico in comune, anche lui di passaggio per Brescia, mi aveva lì intravisto ma poi, essendo con un cliente, non aveva avuto modo e tempo di fermarsi per salutarmi. Poi su Facebook scrisse dell' accaduto all' amico che mi informò della cosa; chiaramente non avevo nulla da nascondere in quanto ero a Brescia per lavoro, ma questo episodio la dice lunga di come le informazioni viaggino alla velocità della luce su Internet. E se si considera quante volte gli utenti di un social network scrivano le più disparate informazioni e notizie su conoscenti, oppure si vedano costretti a rispondere con bugie ad alcune domande che gli vengono poste da amici mentre ad altri rispondono sinceramente, allora è facile comprendere quante frittate si possano fare. Sempre per stare in tema Internet, è mia abitudine ricercare informazioni circa le persone che si candidano per lavorare nella mia Società (quando si vuole effettuare una ricerca mirata su chiunque, suggerisco di effettuare la ricerca trascrivendo su Google, sempre tra virgolette, prima il nome e cognome es. "Mario Rossi" e poi cognome e nome "Rossi Mario", verificando altresì con cura eventuali casi di omonimia); in tutti i casi i curricula che riceviamo sono sempre immacolati, ciononostante mi è capitato di rintracciare su internet informazioni su due candidati che erano stati condannati per truffa aggravata.
Considerate inoltre la moltitudine di gente che adora occuparsi dei fatti altrui - ossia la gente, detto in gergo, che non si fa i cazzi suoi -; orbene questa gente va a nozze con i nuovi strumenti di comunicazione perché consente loro di attuare e perpetrare la loro passione con subdola maestria, impiegando qualunque mezzo a loro disposizione. E non è un caso che personalmente, anni fa, abbia ricevuto una email anonima che riportava informazioni dettagliate (che poi si sono rivelate, ahimè, assolutamente attendibili e veritiere) mettendomi in guardia circa una persona di cui mi fidavo ciecamente. Se invece allarghiamo l' orizzonte, basti ricordare che servizi come quelli oggi effettuati dalle Iene (che smascherano lestofanti e mascalzoni grazie alla nuova tecnologia fatta di sistemi di registrazione praticamente invisibili) sarebbero stati impossibili da realizzare sino a qualche decennio fa. così come grazie alla tecnologia è stato possibile studiare scientemente il linguaggio del corpo degli individui, e come essi si comportano quando mentono.
E allora cosa fare, se dico bugie devo diffidare di chiunque cercando di adottare possibili contromisure? NO, ASSOLUTAMENTE NO, intanto perché sarebbe inutile e poi perché si vivrebbe comunque da emeriti infelici. LA SOLUZIONE È INVECE UNA SOLA, CHE PIACCIA O NO: OGGI più CHE MAI SARA' OPPORTUNO COMPORTARSI BENE E CERCARE DI ESSERE AL MEGLIO SINCERI E TRASPARENTI.
Perché è la nostra credibilitá il pilastro portante dei nostri rapporti umani e se perdiamo la credibilitá il mondo è destinato a crollarci addosso. Perché l' occhio di Dio si è davvero materializzato attraverso la nuova tecnologia e sarà bene prenderne atto. Perché se si vuole continuare a dire bugie allora, è bene saperlo, preparatevi ad una vita da Inferno. STATENE CERTI.

 Anselmo 2013



PAPA', PERCHÉ CI SONO I CATTIVI ? | torna all'inizio

Questa è la domanda che il mio bimbo Tullio Aurelio di 5 anni mi ha posto. Bella domanda !!! ho esclamato. Alla fine dello scritto vi racconterò come gli risposto.
Faccio una doverosa premessa per non creare fraintendimento alcuno: il sottoscritto è uomo di cuore e di buon senso, che ripugna le guerre e le nefandezze umane, ma che combatte pervicacemente (ahimè, con scarsi risultati) la scelleratezza umana.  
Ciò premesso, perché ci sono i cattivi?
In primis è opportuno chiarire che i cattivi cui mi riferisco sono in particolare quelli che compiono atti criminali e delittuosi nonché tutti quelli che, infrangendo la legge, procurano danno al prossimo traendone un vantaggio tangibile. È d’uopo chiarire ciò in quanto le maschere della cattiveria umana sono infinite.
Allora, esistono i cattivi perché Adamo ed Eva hanno mangiato il frutto proibito o perché esiste forse una divinità che si chiama Satana contrapposta a Dio, come molti credono?
Mi spiace, la risposta è molto più banale, molto più semplice e molto meno fantasiosa.
Per illustrare la mia modesta teoria, che chiamerò “CAINO PER FORZA”, partiamo adesso da alcune considerazioni.
Immaginate che i cattivi non siano mai esistiti. Immaginate che Hitler, Stalin, Napoleone, Gengis Kan,  solo per citare i più popolari, o anche un delinquente comune come il “mostro di Firenze”, non siano mai esistiti. Di più. Immaginate che la storia dell’uomo non racconti di una sola guerra, di una sola battaglia, di una sola scaramuccia, di un solo omicidio.
Immaginate.
Immaginate e ponetevi adesso una domanda. Se l’uomo non avesse mai ucciso il proprio simile nel corso dei millenni, quanti miliardi di uomini oggi occuperebbero la terra? 20, 50, 80, 100 miliardi? Anche perché l’uomo ha dimostrato di saper sopravvivere egregiamente a qualunque carestia, catastrofe o pestilenza che madre natura, nel corso dei millenni, ci ha riservato. Lascio quindi l’arduo computo ai matematici che abbiano voglia di applicarsi a calcolare quanti oggi saremmo. Saremmo forse troppi? Avremmo forse proliferato indiscriminatamente? E Il nostro pianeta avrebbe avuto e ha le risorse necessarie e sufficienti per sostenere numeri impossibili di essere umani, anche in considerazione dell’allungamento della vita media?
L’uomo è stato forse il primo essere vivente a prendere consapevolezza di essere il più forte ed il più astuto rispetto a tutti gli altri esseri viventi. Ma ciò non bastava. L’uomo è stato sicuramente l’unico essere vivente a prendere consapevolezza di potersi difendere dalle insidie della natura meglio di chiunque altro, arrivando per primo a strumentalizzare le risorse e i mezzi che la natura stessa gli offriva. In pratica, riuscendo l’uomo, in qualche modo, a difendersi dai fenomeni naturali e riuscendo a sopraffare e a “dominare” gli altri esseri viventi, in realtà non aveva più nemici naturali e non aveva più ostacoli per uno sviluppo demografico senza limiti della sua specie. Quando l’uomo ha preso consapevolezza di ciò, deve essere scattato uno dei meccanismi che cerca di regolamentare gli equilibri, seppur mutevoli e sempre precari, della natura. Chi avrebbe mai potuto fermare questa folle corsa all’invasione indiscriminata del pianeta terra – che avrebbe rotto inevitabilmente gli equilibri dell’ecosistema - se non l’uomo stesso, diventando aggressivo sino all’estremo verso il proprio simile?
Per questo motivo l’uomo è diventato “CAINO PER FORZA”,  e non è né più buono né più cattivo di tutti gli altri essere viventi. Ogni volta che qualcuno mi dice che gli animali non sono certo capaci di cattiveria come lo sono gli uomini, io sorrido. Gli animali, per loro fortuna o sfortuna, hanno ben altri problemi di sopravvivenza rispetto agli uomini, essendo in lotta quotidiana con le altre specie per restare in vita e dovendo altresì difendersi strenuamente dai fenomeni naturali.
I cattivi, quindi, quali tra gli elementi mitigatori di uno sviluppo demografico indiscriminato della specie umana. MA NON SOLO.
Immaginate adesso che lo “Spirito Santo” (se mai ne esista uno) pervada gli animi di tutti gli uomini, proprio tutti, e che tutti come per magia diventino buoni, anzi buonissimi e quindi onestissimi.
Immaginate.
Immaginate che bello sarebbe potersi fidare di chiunque e sapere che nessuno ci possa fare del male o ci possa recare danno!
Immaginate…
Bene, allora sappiate che militari, giudici, avvocati, guardie giurate e carcerarie, addetti alla sicurezza, controllori, tutti a casa disoccupati. Produttori e rivenditori di dispositivi di sicurezza, di sistemi di allarme e di controllo, in fallimento. Telegiornali ridotti ad una sola edizione giornaliera o addirittura settimanale per mancanza di… cattive notizie, molti giornalisti avrebbero ben poco da scrivere e da argomentare, tante sceneggiature di film nel cestino. Proclami della Chiesa stralciati, ideatori di videogames in apnea, sistemi antivirus invenduti, molte polizze assicurative adesso inutili, produttori di dispositivi per la difesa personale a chiuder bottega. E per finire, milioni e milioni di persone licenziate dalle fabbriche di armi. E questi solo per indicarne alcuni.
Il problema è che un mondo senza cattivi, oggi, sarebbe una catastrofe economica di portata inimmaginabile.
Voglio raccontarvi una incredibile esperienza che ebbi modo di vivere in giovinezza. Avevo 21 anni e una divertente serata in discoteca fu improvvisamente interrotta da una rissa tra ragazzi. Se le davano di santa ragione e se le dettero sino all’arrivo della polizia. Il più indemoniato dei ragazzi fu bloccato con forza da un poliziotto che lo aveva riconosciuto, perché già noto alle forze dell’ordine. Nel trascinarlo via a strattoni e con le mani dietro la schiena, il ragazzo gli ringhiò, in stretto dialetto, “Trattami bene e rispetto, che tu senza uno come me saresti disoccupato”. Straordinario! Fu un’illuminazione per il mio intelletto!
Questo mi consentì inoltre di capire, alla quarta autoradio acquistata a causa di tre furti subiti, che comprando io per ben quattro volte in poco tempo lo stesso prodotto (potendo permettermelo, a differenza di chi rubava perché non poteva permettersi l’autoradio), e installando poi un antifurto che nel 1983 mi costò ben £ 800.000, stavo in realtà dando sviluppo… all’economia distribuendo ricchezza! Paradossale vero?
I buoni hanno quindi bisogno dei cattivi ? Difficile ammetterlo, anzi impossibile ammetterlo, no, no, non può essere così  ma… è così. Di più, a volte sembra che alcuni buoni abbiano una eccessiva tolleranza (forse per fattori legati all’inconscio collettivo) verso i cattivi, li nutrano, li lascino pascere, li grazino oltremodo perché possano continuare a svolgere il loro ruolo in quanto risorsa vitale per gli stessi buoni.  Non è questo però il contesto per approfondire questo delicato argomento anche perché, per ciò che concerne l’economia, dovremmo rivisitare alcune regole del mercato ed i suoi già precari equilibri.
Torniamo invece al fatto che i cattivi sono, o perlomeno lo sono stati, tra gli elementi mitigatori dello sviluppo demografico indiscriminato dell’uomo.
Per fortuna, oggi i cattivi sembrano incidere demograficamente meno di quanto abbiano inciso nel passato. E le grandi guerre sono ormai uno strumento superato per risolvere il problema dello sviluppo demografico dell’uomo. Prova ne sono le ultime due guerre mondiali: a prescindere dal fatto che abbiano rappresentato  atrocità indicibili, esse sono state il volano della nuova tecnologia e della medicina, in particolare della chirurgia. Ragione per la quale, seppur la specie umana nel 1945 si è ritrovata a contare milioni e milioni di individui in meno, le ultime due guerre hanno contribuito successivamente a “rinforzare” la stessa specie umana, dotando l’uomo di strumenti ancor più potenti per difendersi dalla natura, migliorare la tecnologia e la qualità di vita, e per ripopolare ancor di più il pianeta.
E allora? Allora ci si deve porre seriamente il problema dello sviluppo demografico dell’uomo, ci si deve porre una questione morale. Già, morale. Ma cosa sarà mai questa benedetta morale di cui si è scritto tanto, anche troppo ?
Secondo me, molto semplicemente, la morale è il rispetto delle regole per la sopravvivenza e lo sviluppo di un gruppo . Sì, di un gruppo, ma di quale gruppo parliamo? Per esempio possiamo considerare i cittadini di Firenze un gruppo. In tal caso i cittadini di Firenze dovranno rispettare le regole per la sopravvivenza e lo sviluppo del proprio gruppo, eventualmente anche a scapito di un altro gruppo, per esempio a scapito dei cittadini di Pisa. Così come possiamo estendere il concetto di gruppo ai residenti della Toscana, o agli Italiani, così come i cittadini Europei possono essere considerati un gruppo e così via. A me piace considerare Gruppo tutta la popolazione mondiale, senza distinzione di sorta alcuna.
Ogni tanto mi diverto, ma non tanto, a leggere chi si affanna a scrivere “Italiani, fate figli” intendendo gli Italiani come gruppo. Oppure, ancor peggio, mi tocca sopportare gli anatemi della Chiesa Cattolica e di altre religioni avverse ai metodi anticoncezionali: esse ritengono infatti opportuno promulgare la fecondità ed il proliferare indiscriminato. Si potrebbe anche ignorarle, se non fosse per il fatto che sono seriamente pericolose.          
Per quelli che incitano gli italiani a fare figli, vorrei ricordare loro che può esistere un “gruppo italiano”, così come può esistere un “gruppo francese” a condizione che li si consideri come gruppi perfettamente integrati nel Gruppo dell’umanità. In tale contesto possiamo pure parlare di “gruppo italiano” perché caratterizzato dalla stessa cultura, educazione, linguaggio, storia e da tradizioni uniche al mondo, ma ad una condizione: il “gruppo italiano” quale Sottoinsieme dell’Insieme dell’Umanità. Detto ciò, se i così detti “italiani” non hanno voglia di fare figli, ciò ben venga per il bene del Gruppo dell’Umanità, e se i figli li fanno gli immigrati poco importa. Il nostro dovere di italiani dovrebbe essere infatti quello di inculcare e trasmettere agli immigrati la nostra cultura e i nostri valori, che devono essere difesi strenuamente. In tal modo anche un figlio di nigeriani, nero come l’ebano, nato, cresciuto ed educato in  Italia, sarà Italiano al 100%.
Per quelli invece che promulgano il proliferare indiscriminato voglio loro ricordare che l’umanità non può crescere all’infinito, pena la rottura degli equilibri naturali e dell’ecosistema, considerando che le risorse del pianeta non sono infinite bensì assai limitate. Per quanto si possano impiegare le fonti rinnovabili (assolutamente indispensabili), quanti esseri umani può davvero sostenere il pianeta ? Siamo oggi già troppi? Oppure possiamo diventare 10, 20, 50, 100 miliardi di individui? Qual è il limite? Perché il limite esiste in quanto lo stesso universo è limitato, non infinito.
Come già detto, la natura non è riuscita e non riesce a fermare la crescita incontrollata dell’uomo. Certo, la natura si difende. Essa ha cercato e cerca in tutti i modi di difendersi, al fine di salvare il proprio ecosistema ed il proprio equilibrio. E allora pestilenze e nuove malattie a larga diffusione come il Tumore oppure malattie di carattere virale (es. AIDS), allora gli omosessuali (ebbene sì, signori cattolici, l’omosessualità è un fattore naturale!), allora la sterilità e allora il diffondersi nell’inconscio collettivo della mancanza di desiderio a generare figli (ciò si sta diffondendo soprattutto nei paesi più evoluti) oppure della pratica dell’aborto. Ma tutto ciò non basta affatto, l’uomo sta crescendo a ritmi numericamente esponenziali e quindi, prima o poi, insostenibili.      
Oggi considero assolutamente morale il Governo Cinese, che ha posto dei precisi vincoli e stabilito un tetto allo sviluppo demografico del proprio popolo (a beneficio del mondo intero), mentre considero assolutamente amorale la Chiesa Cattolica che promulga il prolificare incontrollato.
Molti vorrebbero, me compreso, che l’umanità intera possa avere una condizione di vita accettabile e dignitosa. Ciò però vorrebbe dire che miliardi e miliardi di individui comincino a consumare come un cittadino Europeo o Americano o del Vaticano.    
Mi piacerebbe sapere, ad esempio, quanta acqua pro-capite consumano al Vaticano. Mi piacerebbe davvero. In Italia sappiamo che consumiamo circa 250 litri di acqua al giorno, contro una media europea di circa 170 litri; gli Stati Uniti ne consumano oltre 350 pro-capite al giorno. Basti pensare che la guerra in atto tra la Cina ed il Tibet è a causa delle risorse idriche. La Cina, senza l’acqua del Tibet, morirebbe di sete. Lo sapevate ? Prescindendo dai cattivi della storia, quali ad esempio Hitler e Stalin che per la brama di potere hanno massacrato milioni di individui, io non mi sento di giudicare “cattivi” i cinesi.
Gli studiosi dovrebbero mettersi seriamente ad elaborare calcoli rigorosi per capire da quanti esseri viventi può essere popolata la terra. Calcoli sì rigorosamente scientifici, ma elaborati su rapporti semplici. Per esempio si potrebbe ricorrere ad uno o più parametri riferiti alle risorse che la natura ci offre, tra queste l’acqua. Quantificando le risorse idriche di un determinato territorio o di una nazione, se ci si vuole riferire al parametro determinato dall’ONU che è di almeno 40 litri di acqua al giorno pro-capite, fare poi i calcoli da quanti uomini potrebbe essere popolato in modo equilibrato quel territorio o quella nazione. Ma il parametro acqua da solo non basta, è solo indicativo. Si dovrebbero considerare altri parametri, quali ad esempio la capacità produttiva di alcuni prodotti agricoli o alimentari indispensabili (per esempio il grano), materie prime e quanti altri. Lascio all’intelletto degli studiosi della materia sbizzarrirsi sulla questione. Chiaramente tutti questi dati, inizialmente elaborati territorialmente, potranno poi essere sviluppati su scala mondiale anche considerando i possibili scambi commerciali.
Comprendo che la teoria del “CAINO PER FORZA” sia difficile da accettare e da digerire, anche perché avversa a molti dogmi religiosi, ma sarebbe sufficiente  prenderne consapevolezza per il bene dell’umanità. 
È arrivato quindi il momento che gli uomini tutti, senza più indugio, si pongano la questione morale legata allo sviluppo demografico dell’uomo a livello mondiale. Ci si deve porre il problema del rispetto delle regole per la sopravvivenza e lo sviluppo del gruppo, intendendo per sopravvivenza e sviluppo non certo quanti-più- uomini-abitino-il-pianeta, bensì la qualità di vita di un gruppo - composto da un giusto numero di uomini -  che vivano in armonia con l’ambiente e con l’ecosistema, quindi in equilibrio con la natura. E intendendo per Gruppo tutta la popolazione mondiale.  Se non saremo capaci di fare questo - volendo scongiurare un 3° conflitto mondiale che, come già detto, non risolverebbe il problema se non temporaneamente – corriamo però il rischio di innescare 100, 500, 1000 guerre la cui causa sarà sempre di più il reperimento e l’approvvigionamento delle risorse naturali, come le guerre tra la Cina e il Tibet, tra gli Stati Uniti e l’ Iraq,  e quante altre ce ne sono in corso di cui nessuno ne parla.
“Papà, perché ci sono i cattivi?”. Alla domanda rimasi interdetto, anche perché sono ormai lontane da me anni luci le favolette sui diavoletti tentatori.
“Bella domanda Tullio, davvero una bella domanda!” In realtà non sapevo cosa rispondergli e prendevo tempo.
“Allora Papà, mi rispondi perché ci sono i cattivi?” incalzò.
Ma cosa mai potevo rispondere a un bimbo di cinque anni? “Caro Tullio chi sono i cattivi che tu conosci?” “Tanti, ci sono i cattivi alla playstation e anche nei cartoni animati ci sono sempre i cattivi.”
“Ecco, i cattivi ci sono per giocare, ma i bimbi e le persone sono buone”
E lui di rimando “E allora perché i miei amici Michael e Alberto sono cattivi e danno sempre botte?”
“Perché loro non ascoltano la mamma, il papà e la maestra, sono disubbidienti, ed i bimbi che fanno così diventano cattivi!”
“E perché Michael e Alberto non ascoltano la mamma e il papà ?”
Ero in crisi nera. “Ascolta Tullio, tu perché ascolti la mamma e ascolti me, anche se… non proprio sempre?”   
Mi guarda per un attimo quasi smarrito “Perché…” poi il suo volto si illumina “Perché ci diamo sempre tanti bacini”
“Ecco, vedi, forse Michael e Alberto non ascoltano la mamma e il papà  perché non si danno tanti bacini. Ecco perché sono un po’ … cattivelli”
Allora mi ha guardato con i suoi occhioni dolcissimi e mi ha chiesto “Io è vero che sono buono, papà?”
“Tu sei buono Tullio, anzi sei un bambino buonissimo”. E gli ho dato un bacio.

A volte è più difficile rispondere ad un bimbo di 5 anni che scrivere queste pagine.

Anselmo Petraroli

La vita non è come te la raccontano, ma come sai interpretare tu il racconto




L'UOMO E I TOPI CHE VANNO AL FORMAGGIO | torna all'inizio

L'uomo è davvero una specie animale del tutto straordinaria. La specie umana è stata l'unica, ad esempio, capace di assimilare e raccogliere in sé - nel corso della sua evoluzione durata qualche milione di anni - il comportamento di diverse specie animali. Di fatto nel genere umano troviamo i soggetti dominanti e quelli remissivi, quelli audaci ed i pavidi, i laboriosi ed i pigri, i produttivi ed i parassiti, i proattivi e gli opportunisti, i vanesi e gli schivi. Sembra una banalitá ma quando diciamo, per scherno, che quella persona "è vanesia come un pavone" o "vive da parassita" o "è proprio un avvoltoio" oppure ci complimentiamo perché "ha risparmiato come una formica" o perché "non molla mai l'osso", stiamo banalmente dicendo una verità che ha radici antropologiche. E seppure può sembrare un'affermazione azzardata, tutti gli individui, dal dominante al remissivo, dal produttivo al parassita ecc., sono stati funzionali allo sviluppo dell'uomo, così come in natura tutte le diverse specie sono tra esse complementari ed indispensabili per l'equilibrio della natura o di un ecosistema. Di più, l'uomo ha saputo altresì sviluppare capacità individuali del tutte diverse, per cui ritroviamo individui che hanno predisposizione alla manualitá e alla fattiva realizzazione di opere, oppure alla fisicità e al coordinamento del corpo. così come vi sono individui predisposti alla logica o allo sviluppo di calcoli matematici, o all'ideazione di opere, alla creatività e all'ingegno, oppure predisposti al pensiero e al fare rivolti al bene della collettività: quando un uomo raccoglie tutte queste ultime virtù lo chiamiamo genio mentre il buono a nulla, per inverso, è colui il quale non possiede nessuna delle capacità su descritte. Dulcis in fundo l'uomo ha sviluppato il seme del cosiddetto "male", ossia annovera i "cattivi" che, ancora oggi come ieri, sono indispensabili per il genere umano (leggasi a riguardo "Papà, perché ci sono i cattivi?"). Già, i cattivi, quelli che ci fanno inorridire quando leggiamo alcuni fatti di cronaca, quei cattivi la cui malvagità ha spesso maschere diverse. Ad esempio inorridiamo quando vengono scoperte maestre di asilo o delle elementari che si accaniscono su bambini innocenti con atti di violenza inauditi. così come trasaliamo quando scopriamo un prete pedofilo o che ha abusato di un debole ed indifeso, oppure ci sembra inspiegabile che un vigile del fuoco sia colto in flagranza di reato mentre appicca incendi in un bosco; e rimaniamo increduli se si scopre un'infermiera commettere veri e propri omicidi premeditati di pazienti inermi. Certo è che i volti e le maschere del male sono innumerevoli, tra le quali quelle appena citate, ma vi è un tipo di male che viene spesso sottovalutato dai più ma che in realtà è pericolosissimo per la collettività: mi riferisco al male della politica. Quel male che, per rimanere nei nostri confini, molti politici italiani (NON TUTTI, chiaramente) hanno profuso negli ultimi 30 anni. Come è stato possibile che persone che avrebbero dovuto essere di esempio per tutti i cittadini per etica, moralitá, onestà, laboriosità, valori e principi, persone che avrebbero dovuto essere di altissimo profilo sotto tutti i punti di vista, in realtà siano risultate spesso incapaci, inette, opportuniste e parassite o dei mascalzoni disonesti? Come è stato possibile, in Italia, che una massa incredibile di gente di bassissimo profilo abbia invaso la politica, dal parlamento al senato, dalle regioni alle provincie, dai comuni alle aziende della pubblica amministrazione?
La risposta è semplice, molto semplice, e ha radici nella natura umana. E tale risposta ha senso per tutte le maschere del male su descritte.
Purtroppo un essere umano caratterizzato da un profilo parassitario o da una personalità deviata o da perversioni inconfessabili, farà di tutto per metterle in atto e se un lavoro o un mestiere può consentirglielo, lo sceglieranno e lo perseguiranno senza indugio. Ecco perché non c'è da meravigliarsi quando ascoltiamo fatti di cronaca che vedono coinvolti maestre, preti, pompieri o infermiere, così come non ci si può affatto meravigliare dei misfatti dei nostri politici. SONO TUTTI TOPI CHE VANNO AL FORMAGGIO.
Vi è rimedio a questo scempio? Certo che vi è rimedio, anche grazie all'occhio di Dio, così come amo definire la nuova tecnologia e l'informatica; grazie ad esse possiamo creare degli ostacoli quasi insormontabili a queste persone che scelgono un mestiere o un'attività per mettere in atto le loro devianze o il loro parassitismo. Ad esempio se chi aspira a fare la maestra d'asilo, nutrendo però istinti violenti ed aggressivi nei confronti dei bambini, sapesse che nelle scuole vi sono telecamere ovunque che registrano tutto, sceglierebbe forse di fare quel mestiere?
Se ad un politico italiano fosse richiesto di mettersi "a nudo" - prima delle elezioni e durante il mandato - ovvero fosse disposto a farsi controllare a 360° gradi, mettendo in gioco anche la sua stessa vita privata, quanti di loro sceglierebbero la carriera politica? L'aggravante è che la politica italiana ha attirato una masnada di gente di così infimo profilo perché, oltre a consentire loro di mettere in atto il proprio parassitismo o di veder premiata la propria inettitudine ed incapacità, può consentire loro di farlo impunemente.
MA SE ASPETTIAMO SOLUZIONI DA CHI È IL PROBLEMA, FACCIAMO NOTTE!

La tragedia dell'umanità non è il fatto che vi siano i cattivi o i parassiti. Che piaccia o no, essi sono "fisiologici" e "funzionali" al sistema e bisognerà imparare - nostro malgrado - a conviverci e ad arginarli. LA VERA TRAGEDIA UMANA È QUANDO I "CATTIVI" O I PARASSITI O GLI INCAPACI ED INETTI ARRIVANO AL POTERE. PERCHÉ , COME LA STORIA DELL'UOMO INSEGNA, QUANDO AL POTERE ARRIVANO SIFFATTI INDIVIDUI È NOTTE BUIA. SEMPRE.

   Anselmo 2012




I NUOVI EROI* | torna all'inizio

Quando ero ragazzo gli eroi e i supereroi si chiamavano Tex, Zagor, Superman, l’Uomo Ragno, Devil, i Fantastici Quattro, Batman e Robin, oggi tutti tornati in auge. Facevo collezione dei loro fumetti, e ogni volta che li compravo era sempre una nuova appassionante avventura.
Oggi, a quarantacinque anni, ho capito che gli eroi sono ben altri e che non somigliano affatto a quegli eroi che hanno popolato la mia fanciullezza.
I nuovi eroi sono persone apparentemente normali che fanno cose apparentemente normali. Apparentemente.
I nuovi eroi sono persone capaci di lavorare duro, sodo, con spirito di abnegazione, perché sanno di farlo non solo per se stessi ma per il bene comune.
E quanto più alta è la carica o il ruolo che essi ricoprono, sono capaci di stabilire con i loro collaboratori rapporti autentici, veri, con umanità ed umiltà. Mentre trattano senza timore reverenziale alcuno i potenti.
I nuovi eroi sanno sopportare, oggi più che mai, una quantità incommensurabile di indottrinati incapaci, consci che il difficile non è sapere, ma saper far uso di ciò che si sa.
I nuovi eroi sono coloro che assistono al quotidiano scempio di una classe politica, tutta, inetta ed incapace, e che ogni giorno hanno la forza di chiedersi cosa possono fare loro stessi per cambiare in meglio questo paese.
Sono coloro che non ricorrono a scorciatoie o mezzucci per raggiungere uno scopo o un obiettivo, consapevoli che la strada da percorrere è spesso impervia e irta di ostacoli, ma che il loro coraggio e la loro forza di volontà li aiuterà a percorrerla.
I nuovi eroi sono un esempio di lealtà e dignità per i figli, per il coniuge, per tutti. Sanno rimanere sempre retti ed onesti tra i disonesti, e aborrono la calunnia considerandola tra le peggiori nefandezze umane.
I nuovi eroi sono coloro che con dolore silente e profondo decidono di rinunciare a ciò che hanno loro stessi creato e a cui hanno tenuto come si tiene alla vita, perché in esso più non si riconoscono. E se ciò li fa bruciare sino alla cenere riescono a rinascere, come l’Araba Fenice, più belli e più forti di prima.
Quando si prefiggono un obiettivo ambizioso i nuovi eroi danno sangue e sudore e passione, e fanno di tutto, di più, e molto di più ed ancora di più per raggiungerlo. Se lo conseguono ne gioiscono, senza vanto alcuno. Ma quando esausti non riescono nell’intento, hanno la forza ed il coraggio di cambiare obiettivo e porsene un altro, diverso, ancora più ambizioso.
I nuovi eroi non hanno bisogno di fortuna perché sanno che quando su di essa si costruisce, si costruisce sulla sabbia.
I nuovi eroi sono a volte la salvezza di una o di più persone ma possono dire, con orgoglio, che nessuno mai è stato la loro salvezza, perché capaci di badare a se stessi e agli altri.
È difficile vedere i nuovi eroi in copertina o sulle prime pagine dei giornali. Non ne hanno bisogno. I nuovi eroi si appagano del riconoscimento e della stima delle persone che vivono, lavorano, soffrono, lottano, sperano, gioiscono con loro. Ed è questo ciò che li rende veri, grandi, eroi.
Anselmo 07

* Pubblicata sul mensile FOCUS – Luglio 2007





UOMINI, OMMINICCHI E QUAQUARAQUA' | torna all'inizio

Mio Nonno Umberto, Ufficiale dell'esercito in pensione, mi evocava spesso la Teoria del grande attore e drammaturgo Edoardo De Filippo secondo la quale gli uomini si dividevano, sostanzialmente, in tre categorie: gli Uomini, gli Omminicchi e i Quaquaraquà.

Tralasciando le ultime due categorie, vorrei adesso soffermarmi sul significato di Uomo e sulle virtù che potrebbero caratterizzarlo.

La virtù fondamentale di un Uomo è forse la capacità di affrontare e risolvere i problemi, con grande determinazione e spirito granitico?

Oppure è la capacità di avere cuore e passione che si fondono all'unisono con la ragione?

O forse è la lealtà e l’onestà intellettuale, ossia la capacità di trattare gli altri con rispetto, sempre, ed avere il coraggio di confrontarsi apertamente anche su questioni spinose, con fermezza e durezza se necessario, senza mai nascondersi dietro un dito?

E ancora, la virtù di Uomo è forse ponderare con la massima attenzione l’assunzione di responsabilità, consapevole del fatto che una volta assunte è da vigliacchi tirarsi indietro?

O forse la virtù di un Uomo è avere quella forza d’animo capace di anestetizzare il proprio stato d’animo e la propria vita interiore in ragione degli impegni assunti, così come fece proprio Edoardo De Filippo che al mattino vide spirare l’amata madre tra le sue braccia e che alla sera, con il cuore distrutto, diede il meglio di sé in teatro, con una interpretazione da cineteca di una commedia comica?

Oppure la virtù essenziale è quella di mantenere fede agli impegni presi, ad una parola data, e pur di mantenerli un Uomo è disposto a scalare vette inaccesibili?

Per ultima, ma non ultima, la virtù primaria è forse la pro-attività che consente ad un Uomo - all’emergere delle difficoltà - di non aspettare che gli altri facciano qualcosa per lui bensì che lui faccia qualcosa per sé stesso e per gli altri?

Io credo che un Uomo debba avere in sé tutte o buona parte di queste virtù. Perché sono queste semplici virtù che fanno la differenza tra un Uomo, un vero Uomo, e gli Omminicchi e i Quaquaraquà.   

    Anselmo Petraroli



PERCHÉ RICERCHIAMO CERTE VIRTU' | torna all'inizio

Vi siete mai chiesti il perché, in amore, il desiderio universale sarebbe di trovare un partner con molte virtù ossia possibilmente bello, intelligente, di spirito, ricco e, se è un uomo a ricercare una donna, anche giovane? Una domanda apparentemente banale ma che banale non è; di certo troppe sono le considerazioni banali su questo argomento, intrise di luoghi comuni. Infatti se una donna ricerca un uomo ricco la si apostrofa quale puttana, se un uomo attempato ricerca una giovane donna gli si dà del vecchio porco, se invece uno ricerca la bellezza fisica gli si dà del superficiale e del materialista. In pratica tutte considerazioni frutto dell’ignoranza. Di fatto ciò che in primis caratterizza tutti gli esseri viventi, specie umana compresa, è l'istinto di sopravvivenza; e tale istinto non si limita certo a noi stessi e alla nostra persona, ma si estende indissolubilmente alla nostra genia ossia alla nostra prole.
Per tale ragione, sia che desideriate avere figli o che li abbiate già, sia che non li desideriate avere o che non siate più in grado di procrearli, in ognuno di noi la natura ha instillato indelebilmente (sino alla morte) l’istinto di sopravvivenza che è tutt’uno con l’istinto di procreazione: e tale istinto tutto regola nei rapporti tra i due sessi. E allora è naturale ricercare una persona bella perché probabilmente genereremo prole bella, quindi figli socialmente più ricercati; è naturale ricercare una persona intelligente o di spirito perché probabilmente genereremo prole che saprà meglio cavarsela nella vita; è naturale ricercare persone magre o normopeso o ancor meglio atletiche perché ciò è indice di benessere fisico per cui presumeremo che la prole sarà sana; è naturale che una donna ricerchi un uomo ricco perché ciò potrà dare sicurezza ai suoi figli e alla stabilità della famiglia; ed è naturale per un uomo anche attempato ricercare una donna giovane perché assicura fertilità per molti anni ancora; così come è naturale essere fortemente attratti da persone popolari o famose, perché la prole ne otterrebbe enormi benefici. Tutto ciò è naturale, è creato, è biologia, è antropologia. Ma in troppi non vogliono accettare queste semplici leggi della natura, contestandole e blaterando l'inutile.
È chiaro che l’ambiente, l’educazione che riceviamo, i fattori culturali assecondano e determinano in ognuno di noi le preferenze per una o più virtù che istintivamente ricerchiamo. E allora se siamo nati in un ambiente molto povero e abbiamo patito di stenti, probabilmente ricercheremo un partner ricco. Se siamo nati in un ambiente che ci ha inculcato il gusto del bello e dell’estetica, probabilmente ricercheremo un partner bello. Se siamo invece nati in un ambiente che privilegiava l’intelletto o l’intellettualità, probabilmente ricercheremo una persona colta e intelligente. Ma i fattori ambientali e culturali si limitano esclusivamente ad assecondare ciò che è un istinto naturale.
Certo è che, alla fine, la stragrande maggioranza delle persone finisce con l’innamorarsi di persone che hanno solo una virtù di quelle suddescritte e ciò accade perché loro stesse hanno, solitamente, da offrirne una sola. E chi non ha virtù alcuna dovrà accontentarsi spesso di una persona sua simile. Ma se qualcuno è dotato di più di una virtù potrebbe anzi dovrebbe ambire ad un partner altrettanto virtuoso. In ogni caso sarà sempre possibile vivere una sublime storia d’amore. Ma, per favore, stiamo lontani dai luoghi comuni e dall’ignoranza.

Inciso: la questione omosessuale. A prescindere dalle vere devianze sessuali (che, è bene chiarire, riguardano sia gli eterosessuali che i gay) l’omosessualità è invece un fattore naturale, assolutamente naturale. Gli omosessuali ricoprono infatti una importante funzione naturale e vitale in quanto, non generando figli, la natura li ha deputati a mitigare lo sviluppo demografico indiscriminato della razza umana. In tale ottica, considerando il serio rischio di sovrappopolare la terra le cui risorse sono limitate, l’omosessualità si diffonderà sempre di più in modo naturale. Sarà quindi quanto prima necessario riconoscerne i diritti a livello mondiale. Cosa privilegia un omosessuale quando ricerca un partner? Anche in lui dominante è l’istinto di sopravvivenza, certamente più proteso verso se stesso e la sua persona ma non per questo meno naturale e meno nobile di quello degli eterosessuali: perché, come già detto, l’omosessualità è un bene per tutta l’umanità.

    Anselmo Petraroli




LETTERA AL PICCOLO TOMMY
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Tommy Tommy,

Amore mio, Amore di papà.

Sai, ti ho amato come fossi un figlio già dalla prima volta che ti ho visto, con quegli occhioni da piccolo angelo.

Sai Tommy, ti ho amato così da subito perché sono un papà che ama. Un papà che ama il suo bambino, un papà che ama i bambini. Un papà che li ama perdutamente perché non c’è nulla al mondo di più inerme, di indifeso e debole di un bambino.

Ho trepidato per te, sono stato in ansia per te, ho provato un dolore indicibile chiedendomi mille volte mille e ancora mille come fosse stato possibile portarti via.

Eppure sempre mi dicevo che saresti tornato a casa, sempre mi dicevo che non era possibile una mostruosità del genere, sempre mi dicevo che la tua mamma ed il tuo papà ti avrebbero riabbracciato presto.

Ma sono il solito sciocco ingenuo sprovveduto idealista ottimista. E quando la notizia è giunta, una tempesta ha abbattuto il mio cuore. Ho pianto Tommy, ho pianto come mai credo di aver pianto in 45 anni. Devi sapere, caro Tommy, che sono un tipo duro a piangere. Forse l’ultima volta che ho pianto così è stato quando hanno ucciso tanti innocenti nell’attentato alle Torre Gemelli e quando hanno massacrato altri bambini innocenti nella scuola russa.

Ho pianto a dirotto e mentre piangevo cresceva in me una rabbia devastante, un odio micidiale per i tuoi assassini. Dateli a me , pensavo, dateli a me, ci penso io, dateli a me che gli strappo il cuore. Sì Tommy, sì: in quel momento gli avrei voluto strappare il cuore con la sola forza delle mani. Sì Tommy, avrei voluto fare questo, io proprio io che ho un cuore mite.

Tommy Tommy, ma come è stato possibile tutto ciò? Come hanno mai potuto uccidere un piccolo angelo come te? Un piccolo angelo che piangeva disperato, spaventato, sperduto, impaurito da quegli orribili orchi.

Ho pianto tanto Tommy. Ma adesso che ho finito di piangere, adesso che il dolore si è fatto muto, ma non per questo meno intenso, adesso che la mia rabbia ed il mio odio sono lucidi, mi tocca sentire e ascoltare un coro di idiozie e di banalità.
Ho sentito parlare di pena di morte. È un’idiozia, Tommy. Sono contrario alla pena di morte, ma per principi molto diversi da quelli dei cattolici. Sai Tommy io sono ateo, e per me l’unica vita è questa. E allora farei marcire a vita i tuoi orchi assassini in carcere, certo che secondini e gli altri detenuti gli renderanno la vita impossibile, anzi un inferno.

Ho sentito parlare di perdono. Altra idiozia. Il perdono in questi casi è amorale. Sì Tommy, chiunque perdoni i tuoi orchi assassini è amorale. Chiunque, fosse anche il Papa. Perché è amorale chi sostiene che si deve perdonare sempre e comunque. Perché chi perdona e consente al perdonato di tornare a delinquere e a procurare danno agli altri è amorale. Perché chi perdona un atto così indegno è amorale.

Caro Tommy, in tutto questo coro di idiozie e di luoghi comuni, sono sicuro che almeno tu avresti capito, da grande, che la morale è semplicemente un insieme di regole da rispettare per la sopravvivenza e lo sviluppo di un gruppo e, in senso più ampio, dell’intera umanità. Ma purtroppo, mio piccolo dolce Tommy, seppure la morale sia un concetto così semplice troppe sono le persone che non rispettano queste regole. E non sono solo i criminali.

Perché vedi, caro Tommy, tu sei vittima, e insieme a te molti altri purtroppo, non solo degli orchi assassini ma anche di altre persone amorali. Amorale è il politico ed il legislatore che dettano pene insufficienti per reati gravissimi e che per di più consentono ad uno scaltro avvocato, anch’egli immorale, di riuscire a trovare il cavillo legale per far ottenere benefici ai suoi clienti criminali. Perché amorale è quel giudice che applica male la legge. Perché amorale è quell’uomo delle forze dell’ordine che non fa il suo dovere come dovrebbe. Perché amorale è, caro Tommy, quella persona che si commuove davanti ad un film o che piange per un non nulla, ma che davanti alle vere tragedie della vita si dispiace appena un po’ o se ne infischia addirittura. E sono amorale anch’io che assisto a questo scempio e faccio poco o nulla per impedirlo.

Perdonami, perdonaci tutti caro Tommy.

Un bacio per sempre, con immenso amore.

Papà Anselmo