È risaputo che le coperture di cemento-amianto (note anche come Eternit), se degradate, rilasciano fibre cancerogene fortemente dannose per la salute dell’uomo.
Dopo anni di denunce e di richieste di risarcimento danni finalmente, nel 2005, l’Unione Europea ha emanato una direttiva che prevede il divieto totale della produzione, commercializzazione o posa in opera di materiale contente amianto, tra cui l’Eternit e similari.
In Italia il problema è che, nonostante i numerosi processi in atto, tonnellate di cemento-amianto devono essere ancora eliminate dai tetti di capannoni industriali, ragione per la quale le aziende si ritrovano oggi alle prese con il problema dei «siti residui».
Tale problema è inoltre di natura economica in quanto i costi di bonifica, smaltimento e rifacimento dei tetti sono interamente a carico delle aziende.
Una soluzione è però oggi rappresentata dagli impianti fotovoltaici e dal contributo GSE nonchè dagli incentivi statali.
Infatti se si vuole smaltire le coperture Eternit e provvedere al rifacimento del tetto, integrando e realizzando sul tetto medesimo un impianto fotovoltaico, l’azienda può seriamente cogliere l’opportunità di farlo a “costo zero”, anzi di trarne profitto. Impossibile? No. Contattateci e ve lo dimostreremo. Con i fatti.
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